L'amore è il difficile rendersi conto che qualcosa al di fuori di noi stessi è reale.
— Iris Murdoch
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La nostra interpretazione
L’amore appare come un movimento che rompe il guscio dell’egoismo e della fantasia personale. Non si limita a un sentimento piacevole o a un’emozione passeggera, ma comporta un vero e proprio spostamento dell’attenzione: da sé al mondo, e in particolare a un’altra persona. Riconoscere l’altro come reale significa accettare che abbia desideri, limiti, paure e bisogni propri, non sempre coincidenti con i nostri. Significa capire che non è un personaggio a servizio dei nostri sogni, ma un’esistenza autonoma, con una storia che non controlliamo. Questo passaggio è difficile perché mette in crisi le illusioni su cui spesso costruiamo le relazioni: l’idea che l’altro “debba” completarci, salvarci o confermarci. Amare, in questa prospettiva, è un atto di attenzione lucida e umile, in cui si impara a vedere l’altro così com’è, e non come vorremmo che fosse. È un esercizio continuo di uscita da sé, che richiede coraggio, disponibilità al cambiamento e capacità di sopportare la frustrazione di non essere al centro di tutto. Proprio in questa fatica, però, si rivela la profondità e la verità del legame, perché solo ciò che riconosciamo come realmente altro da noi può essere custodito, rispettato e amato nella sua interezza.