Di una città non apprezzi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda.— Italo Calvino
Di una città non apprezzi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda.
Ogni incontro di due esseri al mondo è uno sbranarsi. Vieni con me‚ io ho la conoscenza di questo male e sarai più sicura che con chiunque altro; perché io faccio del male come tutti lo fanno; ma‚ a differenza degli altri‚ io ho la mano sicura.
La conoscenza del prossimo ha questo di speciale: passa necessariamente attraverso la conoscenza di se stesso.
Una vendetta di zio noi la contiamo come mezza vendetta di padre: è come se ci avessimo una vendetta di padre in bianco, già eseguita.
Si dicono classici quei libri che costituiscono una ricchezza per chi li ha letti e amati; ma costituiscono una ricchezza non minore per chi si riserba la fortuna di leggerli per la prima volta nelle condizioni migliori per gustarli.
Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità ma planare sulle cose dall'alto, non avere macigni sul cuore.
Quella notte, a letto, mi chiedevo se mi sarei addormentato oppure esploso, invece mi arrivò un'idea. Se non si riesce a far funzionare la propria vita si può per lo meno andare via. Si può cambiare il modo di vivere, disfarsi della routine, vivere rischi veri. Era una questione di dignità.
Viaggiare rende umili. Perché significa sbagliare, e ammettere i propri errori.
In verità, il viaggio attraverso i paesi del mondo è per l'uomo un viaggio simbolico. Ovunque vada è la propria anima che sta cercando. Per questo l'uomo deve poter viaggiare.
Mio padre per un certo periodo è stato un diplomatico ed io passavo da un paese all'altro, da una cultura all'altra.
Scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli.
Un seminario sui viaggi nel tempo si terrà due settimane fa.
Non mi piace viaggiare. Forse perché da piccolo mio padre mi picchiava con un mappamondo.
L'uomo nella strada è sempre uno straniero.
Io resto qui e certo ci resterò. È così dolce restare. Forse che la natura va all'estero?
La carta geografica, insomma, anche se statica, presuppone un'idea narrativa, è concepita in funzione d'un itinerario, è un'Odissea.