Si piange quando si grida all'ingiustizia.— Italo Svevo
Si piange quando si grida all'ingiustizia.
L'immagine della morte è bastevole ad occupare tutto un intelletto.
Penso che il rimorso non nasca dal rimpianto di una mala azione già commessa, ma dalla visione della propria colpevole disposizione. La parte superiore del corpo si china a guardare e giudicare l'altra parte e la trova deforme. Ne sente ribrezzo e questo si chiama rimorso.
Chi non ha le ali necessarie quando nasce non gli crescono mai più. Chi non sa per natura piombare a tempo debito sulla preda non lo imparerà giammai e inutilmente starà a guardare come fanno gli altri, non lo saprà imitare.
La legge naturale non dà il diritto alla felicità, ma anzi prescrive la miseria e il dolore.
Fra il cane e l'uomo c'è un'altra grande differenza. L'uomo cambia d'umore ad ogni istante come una lepre furba di direzione. Invece ce ne vuol altro per far cambiare d'umore al cane.
L'ingiustizia è una maestra rigida ma impareggiabile.
Chi commette un'ingiustizia è sempre più infelice di quello che la subisce.
Se sei capace di tremare d'indignazione ogni qualvolta si commette un'ingiustizia nel mondo, allora siamo compagni.
Il mondo non può sostenersi senza ingiustizia.
Ingiustizia. Un peso che, fra tutti quelli che addossiamo agli altri, o portiamo noi stessi, risulta leggerissimo quando viene dalle nostre mani, e pesantissimo quando ci grava sulle spalle.
L'ingiustizia commessa in un luogo qualsiasi del mondo è una minaccia della giustizia in tutto il mondo.
Neppure l'ingiustizia è uguale per tutti.
È meglio ricevere che commettere ingiustizia.
L'uomo di sensibilità giusta e di retta ragione, quando si sente preoccupato del male e dell'ingiustizia del mondo, cerca naturalmente di correggerli, dapprima, in ciò che gli si manifesta più vicino; e questo lo troverà nel suo stesso essere. Ma questa opera lo impegnerà per tutta la vita.
Siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualunque ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo.