L'Io non è cosa o fatto, è soprattutto azione.
La fonte originaria della bellezza è unicamente in Dio ed essa si manifesta nell'animo di coloro che sono entusiasticamente pervasi di lui.
Libero è solo colui che vuole rendere libero tutto ciò che lo circonda e che effettivamente lo rende libero mediante un certo influsso del quale non sempre si percepisce la causa.
La perfezione non è essere perfetti, ma tendere continuamente ad essa.
La scelta di una filosofia dipende da quel che si è come uomo, perché un sistema filosofico non è un inerte suppellettile, che si possa prendere o lasciare a piacere, ma è animato dallo spirito dell'uomo che l'ha.
L'Io si arricchisce nel confronto con le diversità, ma senza venire cancellato o assorbito. Il dialogo, che unisce gli interlocutori, presuppone la loro distinzione e una piccola, ma insopprimibile e feconda distanza.
Spesso si dice che questa o quella persona non ha ancora trovato se stesso. Ma l'io non è qualcosa che si scopre: è qualcosa che si crea.
Il piacere di essere gregge è più antico del piacere di essere io: e finché la buona coscienza si chiama gregge, solo la cattiva coscienza dice: io.
Depreco egualmente il trionfalismo di Kant e in genere di quelle filosofie che, trovando necessario partire dall'io, inneggiano ad esso come se fosse una grande conquista e non invece la miserabile sorte che ci è toccata.
Il vero Io è quello che tu sei, non quello che hanno fatto di te.
L'unico viaggio irrinunciabile è l'esplorazione dell'io.
L'Io non va annullato, va piuttosto educato, purificato, talora severamente disciplinato, per raggiungere quella purezza verso cui è effettivamente predisposto.
L'io, ciò che non può mai divenire oggetto.
Io: abbreviazione di Dio.
L'io, io!... Il più lurido di tutti i pronomi.