L'io è odioso.— Blaise Pascal
L'io è odioso.
È molto più bello sapere qualcosa di tutto, che tutto di una cosa.
Le menti piccole sono preoccupate dalle cose straordinarie, le menti grandi da quelle ordinarie.
Quando si è troppo giovani non si può giudicare bene, e neppure quando si è troppo vecchi.
Democrazia: non essendosi potuto fare in modo che quel che è giusto fosse forte, si è fatto in modo che quel che è forte fosse giusto.
Quando troviamo uno stile naturale restiamo sorpresi e incantati, perché dove ci aspettavamo di trovare uno scrittore scopriamo un uomo.
L'io, io!... Il più lurido di tutti i pronomi.
Come il cavaliere, se non vuole essere disarcionato dal suo cavallo, è costretto spesso a ubbidirgli e a portarlo dove vuole, così anche l'Io ha l'abitudine di trasformare in azione la volontà dell'Es come se si trattasse della volontà propria.
Quel che il pubblico ti rimprovera, coltivalo, è il tuo io.
L'io, ciò che non può mai divenire oggetto.
L'Io non è cosa o fatto, è soprattutto azione.
L'Io si arricchisce nel confronto con le diversità, ma senza venire cancellato o assorbito. Il dialogo, che unisce gli interlocutori, presuppone la loro distinzione e una piccola, ma insopprimibile e feconda distanza.
L'unico viaggio irrinunciabile è l'esplorazione dell'io.
Depreco egualmente il trionfalismo di Kant e in genere di quelle filosofie che, trovando necessario partire dall'io, inneggiano ad esso come se fosse una grande conquista e non invece la miserabile sorte che ci è toccata.
In molti individui appare già come una sfrontatezza che abbiano il coraggio di pronunciare la parola "io".