Quel che il pubblico ti rimprovera, coltivalo, è il tuo io.
La morte non è che un'abolizione dello spazio e del tempo. Questo è anche il fine del cinema.
Prima trovare. Poi cercare.
L'estetica dell'insuccesso è l'unica durevole. Chi non capisce l'insuccesso è perduto.
Un capolavoro è una partita a scacchi vinta con scacco matto.
Certo che la fortuna esiste. Altrimenti come potremmo spiegare il successo degli altri?
L'Io non è cosa o fatto, è soprattutto azione.
L'io, io!... Il più lurido di tutti i pronomi.
Di tutte le parole di tutte le lingue che conosco, quella che ha la massima concentrazione è l'inglese "I".
L'Io si arricchisce nel confronto con le diversità, ma senza venire cancellato o assorbito. Il dialogo, che unisce gli interlocutori, presuppone la loro distinzione e una piccola, ma insopprimibile e feconda distanza.
Io: abbreviazione di Dio.
Depreco egualmente il trionfalismo di Kant e in genere di quelle filosofie che, trovando necessario partire dall'io, inneggiano ad esso come se fosse una grande conquista e non invece la miserabile sorte che ci è toccata.
In fondo, l'unica ragione perché si pensa sempre al proprio io, è che col nostro io dobbiamo stare più continuamente che con chiunque altro.
L'unico viaggio irrinunciabile è l'esplorazione dell'io.
Quale altro carcere è scuro come il nostro cuore! Quale carceriere così inesorabile come il nostro io!
Ogni uomo forte raggiunge immancabilmente ciò che il suo vero io gli ordina di volere.