In molti individui appare già come una sfrontatezza che abbiano il coraggio di pronunciare la parola "io".— Theodor Adorno
In molti individui appare già come una sfrontatezza che abbiano il coraggio di pronunciare la parola "io".
Il dono privato è sceso al livello di una funzione sociale, a cui si destina una certa somma del proprio bilancio, e che si adempie di mala voglia, con una scettica valutazione dell'altro e con la minor fatica possibile.
La sospensione del tempo, intesa come fine di ogni coercizione, è l'ideale della musica.
Non c'è correzione, per quanto marginale o insignificante, che non valga la pena di effettuare. Di cento correzioni, ognuna può sembrare meschina e pedante; insieme, possono determinare un nuovo livello del testo.
Parlare di cultura è sempre stato contro la cultura. Il denominatore comune "cultura" contiene già virtualmente la presa di possesso, l'incasellamento, la classificazione, che assume la cultura nel regno dell'amministrazione.
Auschwitz inizia ogni volta che qualcuno guarda a un mattatoio e pensa: sono soltanto animali.
L'Io non è cosa o fatto, è soprattutto azione.
Di tutte le parole di tutte le lingue che conosco, quella che ha la massima concentrazione è l'inglese "I".
Il vero Io è quello che tu sei, non quello che hanno fatto di te.
Spesso si dice che questa o quella persona non ha ancora trovato se stesso. Ma l'io non è qualcosa che si scopre: è qualcosa che si crea.
L'io è odioso.
L'io, io!... Il più lurido di tutti i pronomi.
L'unico viaggio irrinunciabile è l'esplorazione dell'io.
Io: un paesaggio che m'è venuto a noia.
Io: abbreviazione di Dio.
Come il cavaliere, se non vuole essere disarcionato dal suo cavallo, è costretto spesso a ubbidirgli e a portarlo dove vuole, così anche l'Io ha l'abitudine di trasformare in azione la volontà dell'Es come se si trattasse della volontà propria.