L'io, ciò che non può mai divenire oggetto.— Friedrich Schelling
L'io, ciò che non può mai divenire oggetto.
La natura è vita che dorme.
Dio, nella sua saggezza, ha avvolto di fitte tenebre sia la fine dei tempi futuri che il principio di quelli passati.
L'uomo ha storia solo perché ciò che farà non si può calcolare precedentemente secondo nessuna teoria.
Gli uomini, oltre i doveri che la ragione impone, hanno inventato una quantità di compiti pesanti, per tormentare la povera umanità! Questi compiti diventano fonte di orgoglio in cui non si può trovare acquietamento alcuno se non a spese della virtù.
Io non ho mai avuto intenzione di sapere cosa propriamente Kant abbia voluto dire con la sua filosofia, ma solo ciò che avrebbe dovuto dire secondo il mio punto di vista, se voleva dare intima coerenza alla sua filosofia.
Io: un paesaggio che m'è venuto a noia.
Spesso si dice che questa o quella persona non ha ancora trovato se stesso. Ma l'io non è qualcosa che si scopre: è qualcosa che si crea.
Di tutte le parole di tutte le lingue che conosco, quella che ha la massima concentrazione è l'inglese "I".
In molti individui appare già come una sfrontatezza che abbiano il coraggio di pronunciare la parola "io".
L'Io non è cosa o fatto, è soprattutto azione.
L'Io non va annullato, va piuttosto educato, purificato, talora severamente disciplinato, per raggiungere quella purezza verso cui è effettivamente predisposto.
Ogni uomo forte raggiunge immancabilmente ciò che il suo vero io gli ordina di volere.
L'Io si arricchisce nel confronto con le diversità, ma senza venire cancellato o assorbito. Il dialogo, che unisce gli interlocutori, presuppone la loro distinzione e una piccola, ma insopprimibile e feconda distanza.
L'unico viaggio irrinunciabile è l'esplorazione dell'io.
Io: abbreviazione di Dio.