Io: abbreviazione di Dio.— Alessandro Morandotti
Io: abbreviazione di Dio.
Non ogni buco riesce a trovare la sua ciambella.
Ci sono bugie tanto commoventi da meritare di essere credute.
Una ricca biblioteca può servire a mascherare una cultura povera.
Siccome i più pensano che la politica sia una faccenda sporca credono di risolvere il problema lavandosene le mani.
Tutti si scagliano contro l'egoismo come se fosse possibile sopravvivere senza. Da biasimare è solo il suo eccesso.
L'Io si arricchisce nel confronto con le diversità, ma senza venire cancellato o assorbito. Il dialogo, che unisce gli interlocutori, presuppone la loro distinzione e una piccola, ma insopprimibile e feconda distanza.
Io: un paesaggio che m'è venuto a noia.
In molti individui appare già come una sfrontatezza che abbiano il coraggio di pronunciare la parola "io".
L'io, io!... Il più lurido di tutti i pronomi.
L'io è odioso.
Ogni uomo forte raggiunge immancabilmente ciò che il suo vero io gli ordina di volere.
L'Io non va annullato, va piuttosto educato, purificato, talora severamente disciplinato, per raggiungere quella purezza verso cui è effettivamente predisposto.
In fondo, l'unica ragione perché si pensa sempre al proprio io, è che col nostro io dobbiamo stare più continuamente che con chiunque altro.
Di tutte le parole di tutte le lingue che conosco, quella che ha la massima concentrazione è l'inglese "I".
Depreco egualmente il trionfalismo di Kant e in genere di quelle filosofie che, trovando necessario partire dall'io, inneggiano ad esso come se fosse una grande conquista e non invece la miserabile sorte che ci è toccata.