L'essenza della sua bellezza era il disincanto.— John Cheever
L'essenza della sua bellezza era il disincanto.
La saggezza è la conoscenza del bene e del male, non la capacità di scegliere tra le due cose.
Perché le prime note cristalline di un vento di tempesta avevano per lui il suono inconfondibile delle buone notizie, dell'allegria, della lieta novella?
Era una donna che parlava sempre di soldi, peggio di uno che mangia i piselli col coltello.
L'arte è il trionfo sul caos.
La bellezza dei ragazzi sta a quella delle ragazze come la pittura a olio sta a quella a pastello.
Non si capisce subito, la bellezza delle cose. La si comprende sempre dopo, quando tutto è ormai finito.
La vera bellezza, dopotutto, consiste nella purezza del cuore.
La bellezza promette sempre, ma non dà mai nulla.
La verità non deve essere bella, la bellezza non deve essere vera.
Il mistero della vita sta nella ricerca della bellezza.
Il giudizio di gusto consiste proprio nel chiamar bella una cosa soltanto per la sua proprietà di accordarsi col nostro modo di percepirla.
La bellezza altro non è che un atteggiamento.
Passa la bellezza, come profumo all'aria, e il suo ricordo sarà un rimpianto. Dura invece la bontà, come l'incenso nel chiuso tabernacolo, la carità fatta non invecchia mai, ed è sempre sorella alla carità da farsi.
La bellezza di ciò che è bello non dipende dal gusto del soggetto, ma è inscritta nelle cose, possiede una forza oggettiva.