La frase di John Stuart Mill solleva una questione profonda e etica riguardante la responsabilità che gli esseri umani assumono quando generano nuove vite. Essa mette in luce il dilemma morale dell'obbligo verso le future generazioni, suggerendo che permettere a un individuo di nascere senza fornirgli almeno una base minima per sperare nel successo e nella felicità potrebbe essere considerato come un atto ingiusto. Questa riflessione non solo critica l'assenza di responsabilità sociale, ma anche il dovere morale che ci spinge a garantire alle persone nascituri le condizioni fondamentali per vivere una vita soddisfacente e dignitosa.