Innamorarsi è dar vita ad una religione il cui dio è fallibile.

Jorge Luis Borges
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La nostra interpretazione

L’esperienza dell’innamoramento viene paragonata alla nascita di una religione personale, nella quale l’altro diventa una sorta di divinità intima, centro di significato, speranza e dedizione. Chi ama proietta sull’amato un potere speciale, una capacità di dare senso alla propria vita, proprio come un credente affida la propria fiducia a un dio. Tuttavia, questa divinità non è perfetta: è fragile, umana, incoerente, soggetta a errori, limiti, cambiamenti di umore, stanchezza, egoismi. In questo contrasto si racchiude una tensione dolorosa: il bisogno di assoluto si appoggia su una creatura mortale, imperfetta, incapace di reggere sempre il peso delle aspettative. Ne derivano delusioni, incomprensioni e talvolta la sensazione di tradimento, non tanto perché l’altro sia cattivo, ma perché è semplicemente umano. L’innamoramento appare così come un atto di fede rischioso, un affidare il proprio cuore a qualcosa di profondamente prezioso e insieme inevitabilmente vulnerabile.

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