La voce che parla è disposta a rinunciare alla propria identità pur di essere definita solo attraverso l’amore. Il nome, che rappresenta storia, famiglia, destino e persino condanna, diventa qualcosa di secondario, quasi un ostacolo rispetto all’intensità del sentimento. Non conta più l’appartenenza a un certo mondo o a una certa stirpe: ciò che importa è la possibilità di essere riconosciuti e chiamati con una parola che riassume tutto, “amore”. La richiesta di essere ribattezzato indica una trasformazione radicale: non si tratta semplicemente di un cambio di nome, ma di un nuovo inizio dell’esistenza, dove ogni elemento della vita trova il suo centro in quella relazione. C’è anche un senso di sfida alle convenzioni sociali e ai destini già scritti, come se il legame affettivo avesse la forza di superare divisioni, conflitti e pregiudizi. In questo slancio totale si intravede un amore assoluto, disposto a riscrivere ogni definizione di sé e del proprio posto nel mondo, nella speranza che il riconoscimento dell’altro basti a rendere nuova la vita intera.