Qualche volta ci è dato di raggiungere gli dèi. Alcuni di noi lo fanno attraverso l'arte, altri con la religione; nove su dieci, con l'amore.

Julian Barnes
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La nostra interpretazione

L’essere umano nutre un desiderio profondo di andare oltre la propria condizione quotidiana, di sfiorare qualcosa che sembri infinito, sacro, assoluto. Alcuni lo cercano nella creazione artistica, tentando di dare forma visibile all’invisibile, di trasformare emozioni e pensieri in opere che sopravvivano al tempo. Altri lo ricercano nella dimensione religiosa, affidandosi alla fede, ai rituali e al senso di appartenenza a qualcosa di più grande di sé. Ma, per la maggior parte delle persone, questa tensione verso l’oltre prende la forma dell’amore. Nell’esperienza amorosa si concentra la possibilità di sentirsi trascinati fuori dal proprio ego, uniti a un altro essere al punto da percepire una sorta di elevazione. L’amore autentico diventa così il luogo in cui il finito sembra aprirsi all’infinito: il volto dell’altro assume un valore quasi sacro, le emozioni acquistano profondità e intensità che superano la semplice somma dei vissuti individuali. In quell’incontro, in quella dedizione, si manifesta una promessa di trascendenza accessibile a chiunque, indipendentemente dal talento artistico o dalla predisposizione religiosa. È nella capacità di amare e di essere amati che molti individui trovano il loro contatto più immediato con ciò che percepiscono come divino o assoluto, prova silenziosa di quanto l’amore possa trasformare l’esperienza umana in qualcosa di più alto e significativo.

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