Gesù non intende il dialogo come una concessione che falsifica la verità.
Manca la gioia? Pensa: c'è un ostacolo tra Dio e me: indovinerai quasi sempre.
Hai fallito? Tu, siine ben certo, non puoi fallire. Non hai fallito: hai acquistato esperienza. Avanti!
La tua tristezza ---se non la respingi--- ben potrebbe essere l'involucro della tua superbia. ---Ti credevi forse perfetto e impeccabile?
Prudenti, sì; diffidenti, no. Date a tutti la fiducia più totale, con tutti siate nobili.
Se tronchi alla radice qualunque accenno d'invidia, e ti rallegri sinceramente dei successi altrui, non perderai la gioia.
Vi sono molti per i quali il dialogo è un'ancora di salvezza a tal punto che, quando è finito, sprofondano in una certa disperazione.
Il dialogo con le altre religioni è condivisione. Non c'è bisogno quasi di parole. Il dialogo è vita vissuta.
Non vi può essere pace tra le nazioni senza la pace tra le religioni; non vi può essere pace tra le religioni senza il dialogo tra le religioni.
Il dialogo è indispensabile per la ricerca dell'unità, ma a condizione che non si compiaccia nella immobilità di una pace confessionale.
Il dialogo dovrebbe essere semplicemente un suono fra gli altri, solo qualcosa che esce dalla bocca delle persone, i cui occhi raccontano la storia per mezzo di espressioni visive.
Il dialogo è importante solo se ci arricchisce, se chiarisce idee che ci aiutano a percorrere meglio il cammino della nostra esistenza.
Con le donne monologo volentieri. Ma il dialogo con me stesso è più stimolante.
Il dialogo planetario rende i ragazzi molto forti e molto creativi.
La sollecitudine di accostare i fratelli non deve tradursi in una attenuazione, in una diminuzione della verità. Il nostro dialogo non può essere una debolezza rispetto all'impegno verso la nostra fede.
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