La vanità gioca orrendi scherzetti alla nostra memoria.— Joseph Conrad
La vanità gioca orrendi scherzetti alla nostra memoria.
Doveva amarlo di un amore combattivo.
Il mare non è mai stato amico dell'uomo. Tutt'al più è stato complice della sua irrequietezza.
La natura ha benignamente provveduto a che ciascuno sia un eroe per il suo cameriere, altrimenti bisognerebbe che gli eroi si spazzolassero gli abiti da sé.
La gioventù è insolente; lo è di diritto, di necessità. Deve affermarsi.
Il valore di una frase risiede nella personalità di chi la pronuncia, perché nulla di nuovo può essere detto da creatura umana.
La virtù non andrebbe molto lontano se non fosse accompagnata dalla vanità.
Nessuno amerebbe se stesso se si conoscesse, e così, se non ci fosse la vanità, che è il sangue della vita spirituale, moriremmo di anemia nell'anima.
Non si confonda la vanità, che è bisogno e ricerca della stima altrui, con la fierezza, semplice manifestazione della propria autostima.
Il vero amore è eccezionale, due o tre volte in un secolo all'incirca. Per il resto, vanità o noia.
Dove ci conduce la vanità? Il savio ha mille ragioni quando afferma che la vanità è la nemica della felicità.
La vanità non è altro che l'esser sensibili alla eventuale opinione degli altri su di noi. L'orgoglio nell'essere insensibili ad essa.
Il sapiente ha tutte le cose mutabili come cose che non sono, ed afferma quelle non esser altro che vanità ed un niente; perché il tempo a l'eternità ha proporzione come il punto a la linea.
La vanità intelligente non esiste. È un istinto. Non c'è uomo che non sia prima di tutto vanitoso.
Vanità delle vanità, dice Qoèlet, vanità delle vanità, tutto è vanità.
Ma non è forse una vanità credersi superiori al mistero o ignorarlo?