Zero, non volendo andar nudo, s'è vestito di vanità.— Victor Hugo
Zero, non volendo andar nudo, s'è vestito di vanità.
La solitudine crea persone d'ingegno o idioti.
La malinconia è la gioia di essere tristi.
Una donna che ha un amante è un angelo, una donna che ha due amanti è un mostro, una donna che ha tre amanti è una donna.
La vita, la sventura, l'isolamento, l'abbandono, la povertà, sono campi di battaglia che hanno i loro eroi, eroi oscuri a volte più grandi degli eroi illustri.
Le città al pari delle foreste, hanno antri in cui si nasconde tutto ciò che esse hanno di più cattivo e di più terribile. Solo che, nella città, ciò che si nasconde così è feroce, immondo e misero, cioè brutto; nelle foreste, ciò che si nasconde è feroce, selvaggio e grande, cioè bello.
La vanità non è altro che l'esser sensibili alla eventuale opinione degli altri su di noi. L'orgoglio nell'essere insensibili ad essa.
Ma non è forse una vanità credersi superiori al mistero o ignorarlo?
La vanità gioca orrendi scherzetti alla nostra memoria.
Riguardo a quel che ci riesce meglio, la nostra vanità vorrebbe che proprio questo fosse per noi il più difficile a farsi. Per l'origine di talune morali.
La vanità è stata da tempi immemorabili la carta di riconoscimento dei poeti.
Gratta la modestia del grande uomo, e verrà fuori la vanità della sciantosa.
Forse egli esagerava oltre ogni limite l'infelicità della propria situazione, ma alle persone vanitose succede sempre così.
Dove ci conduce la vanità? Il savio ha mille ragioni quando afferma che la vanità è la nemica della felicità.
Chi nega la propria vanità, di solito la possiede in forma così brutale da chiudere istintivamente gli occhi davanti ad essa, per non dover disprezzare se stesso.
È più facile disfarsi dei vizi che delle vanità.