Salvo complicazioni, morirà.— Jules Renard
Salvo complicazioni, morirà.
Era così triste che sorrideva con un labbro solo.
Ci sono momenti in cui tutto va bene, ma non ti spaventare, non dura.
È più facile essere generosi che non rimpiangerlo.
Sii modesto! È il genere di orgoglio che dispiace di meno.
Bisogna dire la verità, almeno qualche volta, tanto per essere creduti il giorno in cui mentiremo.
Gli uomini, fuggendo la morte, l'inseguono.
La morte è l'unica cosa che riesce a spaventarmi. La detesto perché oggi si può sopravvivere a tutto tranne che a lei. La morte e la volgarità sono le uniche due realtà che il diciannovesimo secolo non è riuscito a spiegare.
Non vi sarà pace durevole né nel cuore degli individui né nei costumi della società sin quando la morte non verrà posta fuori legge.
Chi sarebbe così insensato da morire senza aver fatto almeno il giro della propria prigione?
È strano come a volte il ricordo della morte sopravviva molto più a lungo della vita che essa ha rubato.
Nulla è da temere da uomo che pensi abitualmente alla morte.
Non temiamo la morte, ma il pensiero della morte.
La tradizionale versione apocalittica di una fine del mondo, con i suoi immani cataclismi che investono tutti, è anche rassicurante, perché permette di sovrastare l'angoscia della propria morte con l'immagine di una morte universale, di roghi e diluvi che bruciano e sommergono ogni cosa.
Ogniqualvolta muore un uomo, è un universo intero a venire distrutto. Ce ne rendiamo conto non appena ci identifichiamo con quell'uomo.
La morte dei giovani è un naufragio. La morte dei vecchi è un approdare al porto.