Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente.
Il commercio mondiale è imperniato quasi interamente su dei bisogni: bisogni non del consumo individuale, ma della produzione.
Le idee dominanti di un'epoca sono sempre state soltanto le idee della classe dominante.
La violenza è la levatrice di ogni vecchia società, gravida di una nuova società.
La storia di ogni società esistita fino a questo momento, è storia di lotte di classi.
La libertà è il diritto di fare ed esercitare tutto ciò che non nuoce ad altri. Il confine entro il quale ciascuno può muoversi senza nocumento altrui, è stabilito per mezzo della legge, come il limite tra due campi è stabilito per mezzo di un cippo.
Il comunismo progredisce in Italia perché i nemici del comunismo, sia pure contro la propria volontà, collaborano con il comunismo. Si collabora con il comunismo anche quando lo si combatte non nel modo giusto.
L'adesione al comunismo è il rito che permette all'intellettuale borghese di esorcizzare la sua cattiva coscienza senza abiurare il suo essere borghese.
Non parliamo del comunismo. Il comunismo era solo un'idea, solo confusione nel cielo.
I comunisti hanno sempre svolto un ruolo attivo nella lotta dei paesi coloniali per la loro libertà, perché gli obiettivi a breve termine del comunismo avrebbero dovuto sempre corrispondere con gli obiettivi a lungo termine dei movimenti per la libertà.
La teoria dei comunisti può essere raccolta in una singola frase: abolizione della proprietà privata.
Il comunismo è una cosa facile che è difficile realizzare.
Ho cominciato a dubitare del comunismo quando ho visto che i giapponesi non lo fotografavano.
Per noi in Russia, il comunismo è un cane morto, mentre, per molte persone in occidente è ancora un leone vivente.
In realtà io non vedo il comunismo come una cosa negativa.
Personalmente penso che la categoria del comunismo abbia oggi un potenziale largamente inesplorato. A condizione, appunto, di essere agìto non come una risposta precotta, ma come una ricerca comune e una domanda radicale sulla espropriazione di senso anche della vita, in questa fase storica.
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