Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente.
Scuotendosi di dosso il giogo politico, la società civile si scuote di dosso i lacci che avvincevano il suo spirito egoista.
L'arma della critica non può sostituire la critica delle armi.
Ogni bisogno reale e possibile è una debolezza che finirà col portare la mosca al vischio.
Le circostanze fanno l'uomo non meno di quanto l'uomo faccia le circostanze.
La forma essenziale dello spirito è allegria, luce, e la legge fa dell'ombra l'unica espressione che le corrisponde: dovrebbe andar vestita solo di nero, eppure tra i fiori non ce n'è alcuno che sia nero.
L'adesione al comunismo è il rito che permette all'intellettuale borghese di esorcizzare la sua cattiva coscienza senza abiurare il suo essere borghese.
Il comunismo ha lasciato pure una grande eredità, non quella delle risposte che ha dato, ma quella delle domande che ha posto.
Il comunismo è che se entri in una casa e mangiano della minestra, ti diano della minestra, anche se sei stagnino, e se mangiano del panettone, a Natale, ti diano del panettone. Ecco cos'è il comunismo.
I comunisti hanno sempre svolto un ruolo attivo nella lotta dei paesi coloniali per la loro libertà, perché gli obiettivi a breve termine del comunismo avrebbero dovuto sempre corrispondere con gli obiettivi a lungo termine dei movimenti per la libertà.
Il comunismo è come il proibizionismo: l'idea era buona, ma non ha funzionato.
Il comunismo non è amore. Il comunismo è un maglio che si usa per schiacciare il nemico.
In realtà io non vedo il comunismo come una cosa negativa.
Le risorse morali sono la leva fondamentale della costruzione del comunismo nella società umana.
Il comunismo è l'oppio degli intellettuali; privo di cura allo stesso modo in cui una ghigliottina può essere detta una cura per la forfora.
Per noi in Russia, il comunismo è un cane morto, mentre, per molte persone in occidente è ancora un leone vivente.