Il nazionalismo è l'unica consolazione dei popoli poveri.— Leo Longanesi
Il nazionalismo è l'unica consolazione dei popoli poveri.
La virtù affascina, ma c'è sempre in noi la speranza di poterla corrompere.
Un'idea che non trova posto a sedere è capace di fare la rivoluzione.
Il napoletano non chiede l'elemosina, ve la suggerisce.
Una vedova desta sempre fascino, attira. Il povero morto è un ruffiano tremendo.
Non capisce, ma non capisce con grande autorità e competenza.
La vita di conoscenza è la vita che è felice nonostante la miseria del mondo.
C'è un solo piacere, quello di essere vivi, tutto il resto è miseria.
I siciliani non vorranno mai migliorare per la semplice ragione che credono di essere perfetti; la loro vanità è più forte della loro miseria.
Per difetto di buon governo il popolo decade, la riuscita sta in molti consiglieri.
In una parola, l'uomo sa di essere miserabile: è dunque miserabile, poiché lo è; ma è ben grande, poiché lo sa.
L'eroina. La droga dei miserabili.
Gianni Boncompagni se incontra una donna tipo "Ho trent'anni e non mi sento realizzata" si butta dalla finestra. Lui ha bisogno di compagne che gli dicano: "Porca miseria, domani mi interrogano sulle capitali e non le so". E lui dice: "Dai, ripassiamole insieme".
La felicità dell'uomo bianco non può essere acquistata con la miseria dell'uomo nero.
Niente mi disgusta quanto le persone che provano un sentimento di fratellanza perché hanno scoperto, l'una nell'altra, la medesima bassezza. È una fratellanza viscida, alla quale non ambisco.
Se ci è così difficile accettare le nostre miserie, è perché abbiamo il sentore che esse non ci facciano più amare: siccome in questo o quel settore della nostra vita siamo manchevoli, ci diciamo che non meritiamo di essere amati.