La scienza, come la poesia, si sa che sta a un passo dalla follia.
Poiché nulla di sé e del mondo sa la generalità degli uomini, se la letteratura non glielo apprende.
Le intenzioni, specialmente se buone, e i rimorsi, specialmente se giusti, ognuno, dentro di sé, può giocarseli come vuole, fino alla disintegrazione, alla follia. Ma un fatto è un fatto: non ha contraddizioni, non ha ambiguità, non contiene il diverso e il contrario.
Il nome di uno scrittore, il titolo di un libro, possono a volte, e per alcuni, suonare come quello di una patria.
Credo nel mistero delle parole, e che le parole possano diventare vita, destino; così come diventano bellezza.
L'idea di giustizia sempre splende nella decantazione di vendicativi pensieri.
Nella poesia, nulla è difficile come il principio, tranne forse la fine.
La poesia è la rivelazione di un sentimento che il poeta crede che sia personale e interiore, che il lettore riconosce come proprio.
Dove finisce la regola, la moda, la tendenza, la politica, la società; dove del sociale si rivela in modo evidente; dove nessuno insegna e tutti imparano è lo spazio in cui puoi trovare il poeta.
La poesia è una malattia del cervello.
La vera poesia non dice niente, elenca solo delle possibilità. Apre tutte le porte. E voi potete passare per quella che preferite.
È sempre arduo realizzare una vocazione poetica, ma come può essere più difficile per una "donna di casa"!
I pochi felici che amano leggere poesie sanno che il carico dei suoni, delle parole può essere dolcissimo.
Ogni poesia è misteriosa; nessuno sa interamente ciò che gli è stato concesso di scrivere.
Siamo qui, nell'oscurità, sospesi tra la poesia delle lucciole e il fuoco divampante delle stelle.
Non è possibile che crei poesia chi non è posseduto da un Dio e fuori di senno.