Ogni lavoro comincia con travaglio.
L'arte deve fare in modo che i sentimenti di fraternità e amore per il prossimo, oggi accessibili solamente agli uomini migliori della società, diventino sentimenti abituali, istintivi in tutti.
Non c'era bisogno di chiedere perché fosse là. Lo sapeva così sicuramente come s'egli avesse detto che si trovava là perché voleva essere dov'era lei.
È coraggioso colui che teme quel che deve temersi, e non teme quel che non deve temersi.
Che condimento necessario per tutto è la bontà! Le migliori virtù senza la bontà non valgono nulla; i peggiori vizi con essa si riscattano.
Un uomo può ignorare di avere un cuore, ma senza cuore, come senza religione, un uomo non può vivere.
Legittimo è il desiderio del necessario, e il lavoro per arrivarci è un dovere: «se qualcuno si rifiuta di lavorare, non deve neanche mangiare».
Un uomo non è un pigro, se è assorto nei propri pensieri; esistono un lavoro visibile ed uno invisibile.
Il frutto del lavoro è il più dolce dei piaceri.
Il lavoro allontana da noi tre grandi mali: la noia, il vizio e il bisogno.
Questo secolo di pedagogia proletaria predica la dignità del lavoro, come uno schiavo che calunnia l'ozio intelligente e voluttuoso.
Non esistono surrogati del duro lavoro.
Il lavoro è tenue, ma darà non tenue gloria.
Il diritto di vivere non si paga con un lavoro finito, ma con un'infinita attività.
Si aspira ad avere un lavoro, per avere il diritto di riposarsi.
Lo Stato si fonda sulla schiavitù del lavoro. Se il lavoro diventerà libero, lo Stato sarà perduto.