L'inconscio si vendica di notte.
È più che impossibile, è difficile.
L'uomo è la mancanza di stile. Lo stile è la bestia, sono le fustaie, è la roccia.
È sempre nel deserto che si rompe la bottiglia d'acqua.
L'avvenire non esiste che al presente.
Il futuro non esiste che al presente.
Quando le fantasie della religione e la loro perversione affine toccano le pulsioni dell'inconscio, il mostruoso non è distante.
Ciò che liga ad amore o ad odio, o a disprezzo, al di sotto di ogni razionale atteggiamento, è qualcosa di inconscio.
Ciò che noi siamo, lo insegniamo per tutto il tempo, non volontariamente, ma involontariamente.
L'inconscio è il mare del non dicibile, dell'espulso fuori dai confini del linguaggio, del rimosso in seguito ad antiche proibizioni.
Non puoi controllare completamente il tuo subconscio, ma è possibile sottoporgli volontariamente un piano, un desiderio, o uno scopo che desideri vedere trasformato in una forma concreta.
La psiche inconscia ha questo di caratteristico: che basta a sé stessa e non conosce rispetti umani. Ciò che è caduto una volta nell'inconscio vi viene trattenuto, ne soffra o non ne soffra la coscienza.
Quando la mente conscia e la mente inconscia sono in conflitto, l'inconscio vince sempre, senza eccezione.
Non mi interessa l'espressionismo astratto e comunque non si tratta di un'arte senza oggetto, né di un'arte che non rappresenta. Io a volte ho molta capacità di rappresentare, anche se di solito ne ho poca. Ma se tu dipingi il tuo inconscio, le figure devono per forza emergere.
La persecuzione all'editoria e la censura, che durerà fino a tutto il Settecento, ha lasciato segni profondi nell'inconscio nazionale: il libro come possibile portatore di male, oggetto con il quale non si ha confidenza, di casta e necessariamente fazioso.
È incredibile come l'inconscio lavori separato dalla ragione, sa già tutto prima. Il compito razionale del cervello è di gestire la realtà per gradi, di nascondere la tragedia, di diluirla nel tempo per renderla accettabile.