Spero di resistere alle mattutine serenate della morte.
La morte non è mai banale: è solennità, è mistero.
Non c'è niente di più errato del ritenere la morte simile al sonno. Perché dovrebbe esserlo se la morte non assomiglia al sonno? L'essenza del sonno è il destarsi da esso, ma dalla morte non ci si desta.
Oltre all'attesa di quello che accadrà dopo la morte, mi inquietano altri due interrogativi antecedenti e senza risposte: quando e come moriro? E il quando è meno preoccupante del come.
Se temo la morte vuol dire che la vita mi è ancora vicina, disperata più di me.
La nostra morte non è una fine se possiamo vivere nei nostri figli e nella giovane generazione. Perché essi sono noi: i nostri corpi non sono che le foglie appassite sull'albero della vita.
Poi c'hai del sangue mio sete si ardente, E perchi'io mora, o Morte acerba e ria, Sei mossa per ferir la donna mia, Col velenoso stral fiero e pungente.
Morire. Non fosse che per fregare l'insonnia.
La morte ti sovrasta: fin tanto che vivi, fin tanto che puoi, sii buono.
Tutto ciò che vive deve morire, passando dalla natura all'eternità.
Un artista ha la morte sempre con sé, come un bravo prete il suo breviario.