Sarà rivoluzionario colui che potrà rivoluzionare se stesso.— Ludwig Wittgenstein
Sarà rivoluzionario colui che potrà rivoluzionare se stesso.
Su ciò di cui non si può parlare è bene tacere.
I limiti del mio linguaggio costituiscono i limiti del mio mondo.
Dopo aver guardato un temporale, alla domanda: "Quante gocce di pioggia hai visto?" la risposta più adatta è "molte": non che il numero preciso non esista, ma non lo si può conoscere.
Una scoperta non è né grande né piccola, dipende da ciò che essa significa per noi.
Predicare la morale è difficile, motivarla è impossibile.
In una rivoluzione, se è vera, si vince o si muore.
Il rivoluzionario che ha successo è uno statista, quello che non ha successo un criminale.
Quando il cittadino si rifiuta di obbedire, e l'ufficiale dà le dimissioni dal suo incarico, allora la rivoluzione è compiuta.
Quelli che rendono impossibili le rivoluzioni pacifiche rendono le rivoluzioni violente inevitabili.
Le rivoluzioni non sono sciocchezze, ma dalle sciocchezze hanno origine.
Gli inferiori si ribellano per poter essere uguali e gli uguali per poter essere superiori. È questo lo stato d'animo da cui nascono le rivoluzioni.
In tempi di rivoluzione un soldato non deve mai disperare di nulla quando ha perseveranza e coraggio.
Per un vero rivoluzionario il pericolo più grave, fors'anche l'unico, è l'esagerazione rivoluzionaria.
I popoli ben governati e contenti non insorgono. Le insurrezioni, le rivoluzioni, sono la risorsa degli oppressi e degli schiavi e chi le fa nascere sono i tiranni.
Tutte le rivoluzioni moderne hanno avuto per risultato un rafforzamento del potere statale.