Sarà rivoluzionario colui che potrà rivoluzionare se stesso.— Ludwig Wittgenstein
Sarà rivoluzionario colui che potrà rivoluzionare se stesso.
Predicare la morale è difficile, motivarla è impossibile.
Nella logica non possono mai esservi sorprese.
Tutto quello che si può dire si può dire chiaramente.
Nella vita, invero, non è mai la proposizione matematica stessa a servirci: la proposizione matematica l'usiamo solo per concludere da proposizioni, che non appartengono alla matematica, ad altre, che parimenti non appartengono ad essa.
La differenza fra un buon architetto e un cattivo architetto consiste oggi nel fatto che quest'ultimo soccombe a ogni tentazione, mentre l'altro le resiste.
Chi provoca o fa una rivoluzione, appena ha ottenuto il suo scopo, diventa un conservatore.
Ogni movimento rivoluzionario è romantico, per definizione.
La rivoluzione è l'ispirazione frenetica della storia.
Una rivoluzione si fa, solo se si ha una cultura e delle idee.
Per fare una rivoluzione ci vogliono due cose: qualcuno o qualcosa contro cui rivoltarsi e qualcuno che si presenti e faccia la rivoluzione.
Non basta sganasciare la dirigenza politico-economico-social-divertentistica italiana. La rivoluzione deve cominciare in interiore homine. Occorre che la gente impari a non muoversi, a non collaborare, a non produrre, a non farsi nascere bisogni nuovi, e anzi a rinunziare a quelli che ha.
Quando il cittadino si rifiuta di obbedire, e l'ufficiale dà le dimissioni dal suo incarico, allora la rivoluzione è compiuta.
Le rivoluzioni sono paragonabili ai letami più ributtanti che promuovono la crescita dei più bei vegetabili.
Le uniche rivoluzioni durature sono quelle del pensiero.
Non potrà esserci nessuna rivoluzione di massa finché non vi sarà una rivoluzione personale, a livello individuale.