La superiorità dell'aforisma: uccide la spiegazione.— Mario Andrea Rigoni
La superiorità dell'aforisma: uccide la spiegazione.
I grandi pensatori sono tutti contemporanei tra loro e si richiamano, per amicizie o inimicizie ideali, al di là dei secoli e dei millenni.
Dappertutto questi macigni e queste caverne, questa nebbia soffocante, questi labirinti vischiosi, dappertutto psicologia.
Non scrivere né per te né per gli altri, né per l'oggi né per il domani, né per il guadagno né per la gloria: insegui il tuo piccolo assoluto.
Avvelenatore seducente, il progresso maschera sotto clamorosi vantaggi particolari una silenziosa distruzione universale.
Si è detto talvolta che Platone annuncia il Cristianesimo. Ma non c'è niente in lui del guazzabuglio giudaico: il mondo doveva trovare salvezza nelle forme, non nella fede.
Se scuoti un aforisma ne cade fuori una bugia e ti avanza una banalità.
Frase rubata al tempo, all'incalzare della vita. Un aforisma segna un'emozione, una visione, una nascita, un gioco. Sempre un aforisma farà da epitaffio ad una morte.
Un segno di vecchiaia è l'inettitudine a creare aforismi. A settanta e oltre la natura ti ha già dato per morto, ti dà alle pale e agli angeli della reincarnazione. L'aforisma è un'illuminazione spermatica metafisica, tra i quaranta e i cinquanta è la sua età ideale.
Certo, il guaio di ogni aforisma, di ogni affermazione, è che può facilmente diventare una mezza verità, una fregnaccia, una bugia o un appassito luogo comune.
Uno che sa scrivere aforismi non dovrebbe disperdersi a fare dei saggi.
La mia definizione migliore di un cretino: colui che ti chiede di spiegare un aforisma.
La riflessione è l'anima dell'aforisma. Ma anche la scrittura di aforismi è matrice di riflessioni.
L'aforisma è una scheggia d'universo. Ricostruire la vetrata è un po' più difficile.
È mia ambizione dire in dieci frasi quello che altri dicono in interi volumi.
Il rifiuto aggressivo, ostinato del sistema. L'aforisma, ormai.