La pubblicità è la più grande forma d'arte del XX secolo.— Marshall McLuhan
La pubblicità è la più grande forma d'arte del XX secolo.
Nella società odierna la diffusa affettazione dei comportamenti è un immenso catafalco di servilismo sorridente e di adulazione sollecita che soffoca ogni movimento spontaneo di pensiero o di sentimento.
La pubblicità e Hollywood tentano costantemente di penetrare l'inconscio di un vasto pubblico, non per capirne le menti, ma per imporre determinati sogni collettivi e sfruttarli a fini di lucro.
Ogni parola parlata è una divinità momentanea.
I media sono materie prime come le risorse naturali, come il carbone, il cotone o il petrolio: in una società basata su determinate materie prime, la vita sociale è organizzata di conseguenza.
Sono i deboli e i confusi che venerano le finte semplicità della franchezza brutale.
Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi è come se fermasse l'orologio per risparmiare il tempo.
La pubblicità è il rumore di un bastone in un secchio di rifiuti.
La moderna Cappuccetto Rosso, allevata a suon di pubblicità, non ha nulla in contrario a lasciarsi mangiare dal lupo.
Anche Dio crede nella pubblicità; infatti ha messo campane in ognuna delle sue chiese.
A forza di chiamare questa cosa la mia vita finirò per crederci. È il principio della pubblicità.
Molte cose piccole sono diventate grandi con un appropriato uso della pubblicità.
La massima originalità, la massima sintesi, il massimo dinamismo, la massima simultaneità e la massima portata mondiale. Ecco che cos'è la pubblicità.
La pubblicità è un prezioso fattore commerciale: è il modo più economico per vendere merci, soprattutto se non valgono niente.
La pubblicità è il commercio dell'anima.
Ci sono enormi bilanci pubblicitari solo quando non c'è nessuna differenza tra i prodotti. Se i prodotti fossero davvero diversi, la gente comprerebbe quello migliore.