Il vero Amore non è altro che un certo sforzo di volare a la divina bellezza, desto in noi dallo aspetto della corporale bellezza.
La giovanezza essendo a la voluttà inclinata non si piglia se non con l'esca del piacere: perché fugge i rigidi maestri.
L'uomo è il più disgraziato degli animali: insieme alla imbecillitas corporis, comune a tutti i viventi, possiede anche la inquietudo animi, ovvero la consapevolezza di dover muorire.
La Bellezza è una grazia, vivace e spirituale, la quale per il raggio divino prima si infonde negli Angeli, poi nelle anime degli uomini, dopo nelle figure e voci corporali.
In amore non c'è disastro più spaventoso che la morte dell'immaginazione.
L'amore platonico deve essere puro da ogni voluttà terrena; è questa la sua grandezza, è questa l'acqua lustrale che lo battezza e lo santifica.
Chi è innamorato di sé stesso ha almeno il vantaggio di non incontrare molti rivali nel suo amore.
Nelle anime il legame del dolore è più forte del vincolo della felicità e della gioia, e l'amore che viene lavato dalle lacrime rimane puro, bello ed eterno.
La pace richiede quattro condizioni essenziali: verità, giustizia, amore e libertà.
Amare e farsi amare è un'attività complicata, soprattutto quando hai un brutto carattere, quando sei un po' vecchio, un po' grasso...
Il vero amore non è mai infelice.
Un amore crollato, ricostruito, cresce forte, grande più di prima.
Solo nella tradizione è il mio amore.
L'amore non vuole avere, vuole soltanto amare.
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