L'amore non si manifesta col desiderio di fare l'amore (desiderio che si applica a una quantità infinita di donne) ma col desiderio di dormire insieme (desiderio che si applica ad un'unica donna).
— Milan Kundera
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La nostra interpretazione
L’idea centrale è la distinzione tra desiderio fisico e desiderio affettivo profondo. Da una parte c’è un impulso erotico che può rivolgersi a molte persone, spesso guidato dall’attrazione, dalla novità, dal bisogno di conferma. Questo tipo di desiderio è, per sua natura, generico e potenzialmente infinito, perché non cerca un volto unico, ma una sensazione da ripetere. Dall’altra parte c’è il desiderio di condividere l’intimità più fragile e quotidiana: dormire accanto a qualcuno, abbandonarsi al sonno sapendo di essere custoditi e di custodire. In questo spazio silenzioso, in cui il corpo si rilassa e le difese cadono, emergono fiducia, cura, continuità. La scelta di una sola persona, non come oggetto di passione ma come presenza con cui attraversare la notte, indica una forma d’amore che va oltre il possesso e il piacere immediato. Non è l’intensità del fuoco a definire la profondità del legame, ma il desiderio di condivisione stabile, di vicinanza ripetuta nel tempo, di presenza che rassicura anche nell’oscurità e nel silenzio. L’amore, in questa prospettiva, è soprattutto esclusività interiore, preferenza unica, bisogno di quella persona specifica e non di un piacere astratto, e trova la sua verità nell’intimità semplice e nella continuità del “restare”.