Vi sono certe calunnie contro cui l'onniscienza stessa smarrisce.
Strapazzando un uomo so, da come reagisce, che cosa pensare di lui. Vedo a quale tono è salita la sua anima: se colpite un bronzo con un guanto, non vi darà alcun suono; ma colpitelo con un martello e risuonerà.
La verità storica è una favola convenzionale.
Bisogna sempre lasciar trascorrere la notte sulle ingiurie del giorno innanzi.
Il buon Dio sta sempre dalla parte della migliore artiglieria.
Non credo al proverbio che, per saper comandare, bisogna saper obbedire.
Il calunniatore è simile all'uomo che getta polvere contro un altro quando il vento è contrario; la polvere non fa che ricadere addosso a colui che l'ha gettata. L'uomo virtuoso non può essere leso e il dolore che l'altro vorrebbe infliggere, ricade su lui stesso.
Teniamoci stretti al personalismo dei giudizi perché è il solo alibi che possediamo per evitare il dolo della calunnia.
La calunnia è come la vespa che vi disturba, e contro la quale non si deve fare il minimo movimento a meno che non siate certi di ucciderla: altrimenti quella torna alla carica più incattivita che mai.
La miglior risposta alle calunnie è il silenzio.
La calunnia è la vendetta del vigliacco, mentre la sua difesa è la dissimulazione.
Le calunnie non si devono dimostrare. Basta ripeterle.
I calunniatori sono anche di solito vigliacchi.
La calunnia lascia sempre peggio il calunniatore, giammai il calunniato.
La calunnia è un vocabolo sdentato che quando arriva a destinazione mette mandibole di ferro.
In fatto di calunnie, tutto quello che non nuoce serve a chi è calunniato.