La meta, non è che un pretesto.— Natalie Clifford Barney
La meta, non è che un pretesto.
La guerra, questa giustificazione della stupidità umana.
Si dice che l'uomo è triste dopo l'amore, ma la donna può esserlo prima, durante e dopo.
I sadici, per lo meno, non sono indifferenti alle sofferenze che provocano.
L'appassire delle donne è ancora più straziante dell'appassire dei fiori.
Bisogna liberare l'uomo dall'uomo.
Nelle mete che ci prefiggiamo e a cui tendiamo con grande sforzo, dobbiamo osservare che non c'è nessun vantaggio o che gli svantaggi sono superiori; alcune sono superflue, altre non meritano tanto impegno.
Sia la meta cui giungi il punto onde tu muovi per tendere a nuova meta.
Bisogna porsi delle mete per avere il coraggio di raggiungerle.
Molti sono ostinati in relazione alla via una volta intrapresa, pochi lo sono in relazione alla meta.
Quanto più in alto si punta tanto maggiore il rischio di mancare la meta.
La meta è partire.
Suprema e irraggiungibile meta: solo e felice.
Non sostate sui labili espedienti, non illudetevi con una tregua momentanea o con compromessi instabili: guardate a quella mèta ideale, fate uno sforzo tenace e generoso per raggiungerla.
Solo la direzione è reale, la meta è sempre una finzione, anche quella raggiunta e questa spesso in modo particolare.