Sia la meta cui giungi il punto onde tu muovi per tendere a nuova meta.— Arturo Graf
Sia la meta cui giungi il punto onde tu muovi per tendere a nuova meta.
Quegli che nella così detta prosa della vita sa scoprir più poesia, quegli è più poeta.
Sono molti che leggono ogni maniera di libri, e mai non aprono il libro dell'anima propria; e quando pure l'aprissero, non vi saprebbero leggere.
Gli egoisti sono poveri maestri nell'arte di godere, ignorando la gioia del dare e del darsi.
Chi pose ogni suo studio in non lasciarsi ingannare mai, non sarà più felice di chi si sia lasciato qualche volta ingannare.
Si danno decadenze e disfacimenti ai quali non bisogna contrastare.
La meta, non è che un pretesto.
Suprema e irraggiungibile meta: solo e felice.
Quanto più in alto si punta tanto maggiore il rischio di mancare la meta.
La nostra meta non è mai un luogo, ma piuttosto un nuovo modo di vedere le cose.
La meta è partire.
Non sostate sui labili espedienti, non illudetevi con una tregua momentanea o con compromessi instabili: guardate a quella mèta ideale, fate uno sforzo tenace e generoso per raggiungerla.
Nelle mete che ci prefiggiamo e a cui tendiamo con grande sforzo, dobbiamo osservare che non c'è nessun vantaggio o che gli svantaggi sono superiori; alcune sono superflue, altre non meritano tanto impegno.
Solo la direzione è reale, la meta è sempre una finzione, anche quella raggiunta e questa spesso in modo particolare.
Proponiti una meta da non oltrepassare neppure volendo; allontana finalmente i beni pieni di insidie; sembrano migliori quando si spera di ottenerli che una volta ottenuti.