L’esperienza amorosa sfugge ai confini rigidi della logica quotidiana. Nel sentimento convivono con naturalezza sincerità e inganno, idealizzazione e disillusione, lucidità e autoinganno. Chi ama attribuisce all’altro e alla relazione un valore assoluto, e nello stesso tempo si costruisce immagini e aspettative che spesso non coincidono con la realtà. Ciò che si prova è autentico, intenso, assolutamente vero per chi lo vive; ma le narrazioni, le promesse, le percezioni possono essere distorte, esagerate o persino contraddittorie. In questo paradosso risiede la natura profonda dell’amore: non è un fenomeno che si lascia racchiudere in definizioni nette, né può essere giudicato solo con i criteri del vero e del falso. Ogni tentativo di ridurlo a formule semplici risulta povero o ridicolo, perché l’amore comprende in sé estremi opposti e li rende coesistenti. Il suo mistero sta proprio nella capacità di essere, allo stesso tempo, il luogo della massima verità interiore e della massima illusione, senza che una delle due dimensioni annulli l’altra.