Quando vedo che non sono nulla, questa è saggezza. Quando vedo che io sono tutto, questo è amore. E tra le due cose, la mia vita scorre.
— Nisargadatta Maharaj
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La nostra interpretazione
Le parole di Nisargadatta Maharaj descrivono un movimento interiore che oscilla tra due poli apparentemente opposti: il sentirsi completamente nulli e il sentirsi completamente uniti a tutto ciò che esiste. Nel riconoscimento del proprio essere “niente” cade l’orgoglio personale, le maschere costruite dall’ego, l’illusione di essere separati e speciali. Da questo svuotamento nasce la saggezza: la mente smette di aggrapparsi, di pretendere, di difendere un’identità fragile e limitata. Quando invece si percepisce di essere “tutto”, emerge un senso profondo di unione con gli altri esseri, con la vita, con il mondo. Non è un delirio di grandezza, ma l’esperienza di appartenenza totale, in cui non c’è più confine rigido tra “io” e “tu”. Da questa visione sorge l’amore più puro, che non è possesso né bisogno, ma naturale apertura verso ogni cosa. La vita scorre proprio nel dinamismo di questi due stati: da una parte il silenzio umile dell’assenza di sé, dall’altra l’espansione affettuosa in cui ogni cosa viene sentita come parte di sé. In questo fluire continuo si compone l’esperienza umana più autentica, dove saggezza e amore non sono contrari, ma aspetti diversi della stessa verità vissuta interiormente.
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