Si è soli con tutto ciò che si ama.
— Novalis
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La nostra interpretazione
Nel rapporto con ciò che si ama profondamente esiste una dimensione che nessun altro può condividere fino in fondo. Anche circondati da persone, resta uno spazio interiore inaccessibile, dove si custodiscono le immagini, le paure, le speranze e le proiezioni legate all’oggetto d’amore. Nessuno può abitare completamente quel luogo: gli altri possono avvicinarsi, capire in parte, ma la qualità intima del sentimento rimane un’esperienza radicalmente personale. L’amore, infatti, non è solo relazione con qualcosa o qualcuno, ma anche dialogo silenzioso con se stessi, con i propri desideri, le proprie mancanze e fragilità.
Questa solitudine non è necessariamente negativa: è il prezzo e insieme la condizione della profondità. Quanto più qualcosa è amato, tanto più si scava dentro, creando una distanza tra il mondo interiore e l’esterno. È una solitudine densa, abitata, che definisce l’identità e la sensibilità di ciascuno. Proprio lì, nel punto in cui nessuno può raggiungere il nostro modo unico di amare, si manifesta la singolarità irripetibile di ogni essere umano.