Nell'amore partecipano in egual misura l'anima e il corpo; in caso contrario, l'amore non può chiamarsi completo: noi non siamo né puri spiriti né bruti.
— Ivan Aleksandrovič Gončarov
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La nostra interpretazione
L’affetto autentico coinvolge sempre l’interezza della persona. Non si limita a un moto dell’anima che ignora il corpo, né a un impulso puramente fisico privo di profondità interiore. Quando un legame affettivo è completo, la dimensione emotiva, spirituale e mentale si intreccia con la dimensione sensuale, concreta e quotidiana. Il desiderio, la tenerezza, la cura e la comunanza di valori diventano aspetti di un’unica esperienza.
L’essere umano non è riducibile soltanto alla spiritualità, come se il corpo fosse un ostacolo da superare, né soltanto alla materia, come se i sentimenti fossero un’illusione. Esiste un equilibrio delicato in cui il piacere e la passione si uniscono al rispetto, alla comprensione e alla condivisione profonda. Quando manca uno di questi poli, qualcosa si spezza: o si cade in un idealismo disincarnato, che teme il contatto reale, oppure in un materialismo povero, incapace di riconoscere la ricchezza interiore dell’altro.
Il compimento affettivo nasce proprio dall’accettazione di questa doppia appartenenza: si ama con il cuore e con i sensi, con i pensieri e con i gesti, con ciò che si sogna e con ciò che si vive. In questa unità, l’essere umano si riconosce per ciò che è davvero, senza fuggire né l’istinto né la coscienza, ma cercando un’armonia possibile tra entrambi. L’amore diventa allora un luogo di integrazione, in cui la persona non si divide ma si raccoglie, trovando nell’altro uno specchio completo della propria umanità.
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