La radice di qualsiasi schiavitù è la morte.
Cristo in vicinanza della morte trema, piange, si abbandona alla disperazione. Socrate conversa serenamente con i suoi discepoli sull'immortalità.
Ciò che più ci rattrista della morte di un conoscente è il ricordarci che presto o tardi toccherà pure a noi.
Forse perché della fatal quïete tu sei l'immago a me sì cara vieni o Sera!
Quando abbiamo imparato a vivere, moriamo.
La morte è come il sonno, ma con questa differenza: se sei morto e qualcuno grida "In piedi, è giorno fatto!", ti riesce difficile trovare le pantofole.
La morte è la porta che tutti noi dobbiamo attraversare, ed è questo nostro io spirituale che, abbandonato il corpo fisico, ci farà continuare a vivere, a imparare e a crescere mentre proseguiamo.
Nella morte vi sono molti più incontri che separazioni.
Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre.
Il pensiero della morte ci inganna, perché ci fa dimenticare di vivere.
La morte è dolce a chi la vita è amara.