Il comunista è colui che è dalla parte di chi lavora.
Il comunismo è la più grande e sanguinosa illusione che l'umanità abbia partorito.
Quel che contraddistingue il comunismo non è l'abolizione della proprietà in generale, bensì l'abolizione della proprietà borghese.
La teoria dei comunisti può essere raccolta in una singola frase: abolizione della proprietà privata.
I comunisti sono capaci di tutto. I loro avversari di tutto il resto.
Dicono che ci siano solo due posti dove il comunismo funziona: in cielo, dove non ne hanno bisogno, e all'inferno, dove ce l'hanno già.
È l'incredibilità dell'esperimento che aiuta a spiegare, non a scusare, il plauso, anch'esso intellettuale, che in Occidente lo accompagnò.
Il comunismo è una cosa facile che è difficile realizzare.
L'Europa in cui siamo costretti a vivere è un'Europa profondamente comunista, livellata verso il basso, che impedisce lo sviluppo delle singole nazioni.
Il comunismo è morto di comunismo. Il moloch ha divorato se stesso.
Personalmente penso che la categoria del comunismo abbia oggi un potenziale largamente inesplorato. A condizione, appunto, di essere agìto non come una risposta precotta, ma come una ricerca comune e una domanda radicale sulla espropriazione di senso anche della vita, in questa fase storica.