Coltivare l'ozio è il fine dell'uomo.— Oscar Wilde
Coltivare l'ozio è il fine dell'uomo.
Non si è mai data un'epoca creativa che non sia stata anche critica. Poiché è la facoltà critica che inventa forme nuove. La tendenza della creazione è quella di ripetersi.
Il mondo rise sempre delle sue tragedie, perché non vi era altro mezzo per sopportarle. Di conseguenza, quelle questioni che il mondo ha trattato seriamente, appartengono al lato comico della vita.
L'innamorato principia con l'ingannare se stesso, e finisce con l'ingannare gli altri. Ecco ciò che il mondo chiama romanticismo.
I veri amici ti pugnalano di fronte.
Che peccato che nella vita impariamo le lezioni quando non ci sono più utili!
L'ozio rende lente le ore e veloci gli anni. L'operosità rapide le ore e lenti gli anni.
Riflettere autenticamente significa darsi a se stesso, non come una soggettività oziosa e recondita, ma come ciò che si identifica con la mia presenza al mondo e agli altri come io la realizzo adesso.
L'invenzione, secondo me, deriva direttamente da un certo ozio, forse addirittura da una certa pigrizia.
La cosa più deliziosa non è non aver nulla da fare: è aver qualcosa da fare, e non farla.
Il male supremo dell'animo è l'oziare inoperoso.
L'ozio quando è troppo completo ti inchioda più dell'occupazione più frenetica.
Solitudine e ozio sono la rovina dei giovani.
Il vero ozio dev'essere una scelta.
Sono sempre le abitudini oziose quelle che si rimpiangono.