La memoria è il diario che ciascuno di noi porta sempre con sé.
Viviamo in un'epoca che legge troppo per essere saggia, e crede troppo per essere bella.
Non peccano affatto coloro che peccano per amore.
La letteratura è sempre il precursore della vita. Essa non imita la vita, ma la plasma ai suoi fini.
Poca sincerità è pericolosa e molta è assolutamente fatale.
Rammaricarsi delle esperienze fatte, vuol dire arrestare il proprio sviluppo; negarle equivale a mettere una menzogna sulle labbra della nostra vita. Sarebbe come rinnegare l'anima.
A che giovano le memorie? Di noi muore la miglior parte, e non c'è memoria che possa resuscitarla.
Una testa senza memoria è una piazzaforte senza guarnigione.
Il vantaggio della cattiva memoria è che si gode parecchie volte delle stesse cose per la prima volta.
Dio ci ha donato la memoria, così possiamo avere le rose anche a dicembre.
Niente aiuta a vivere come la cattiva memoria.
V'hanno momenti nella vita, la cui rimembranza, sebben lontana, continua a vivere ed ingigantirsi per così dire nella memoria, e per quanto strani siano gli eventi della vita, quella rimembranza conserva il posto che vi ha preso.
Nel paese della memoria il tempo è sempre ora.
Più di un uomo non è riuscito a diventare un pensatore perché la sua memoria era troppo buona.
La scuola quasi sempre non premia le persone intelligenti, piuttosto quelle con buona memoria. Avere buona memoria non significa essere intelligenti.
La memoria è un valore fondamentale; non è nostalgia del passato, bensì difesa e salvataggio della vita, senso del presente di ogni esistenza e di ogni valore.