Nel vortice delle giornate, tra scadenze, doveri, preoccupazioni e abitudini che si ripetono, l’esistenza scorre come una distesa di onde tutte simili. In mezzo a questo moto continuo, l’esperienza dell’amore appare come un innalzarsi improvviso, un momento in cui qualcosa supera di gran lunga il resto. Non si tratta di un sentimento separato dalla vita, ma di un’intensificazione di essa: un picco di consapevolezza, di presenza, di emozione che rende tutto più vivido. L’amore non cancella il rumore del mondo, ma vi si staglia sopra, distinguendosi per potenza e altezza. È ciò che interrompe la monotonia e lascia un segno più profondo, anche se può essere fugace. In quell’innalzarsi c’è sia la bellezza che la precarietà: l’onda che svetta non è destinata a durare per sempre, ma, proprio per questo, è ancora più preziosa. L’amore diventa allora la forma più alta del vivere, il momento in cui, pur restando nella stessa mareggiata di tutti, si tocca qualcosa di più grande, che illumina e dà senso al resto del movimento quotidiano.