Io andavo per il sentiero, tu venivi per esso,il mio amore cadde tra le tue braccia,il tuo amore tremò nelle mie.Da allora il mio cielo di notte ebbe stellee per raccoglierle la tua vita si fece fiume...

Pablo Neruda
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La nostra interpretazione

Due destini si incrociano lungo un cammino comune: ciascuno procede per la propria strada, ma è nello stesso spazio e nello stesso tempo che avviene l’incontro decisivo. L’amore non è presentato come un sentimento astratto, ma come un movimento concreto: qualcosa che cade, si abbandona, si affida alle braccia dell’altro. Allo stesso tempo, l’altro non rimane immobile o freddo, ma trema, si lascia toccare nelle profondità più intime. Il tremore esprime vulnerabilità, intensità emotiva, la nascita di qualcosa di nuovo che scuote e rinnova. Da quel momento, la vita interiore si trasforma: la notte, simbolo di oscurità, si illumina di stelle, come se l’amore portasse un nuovo firmamento, un nuovo ordine di senso sopra l’esistenza. L’amata o l’amato diventa allora una sorta di corrente vitale, un fiume che scorre per raccogliere quelle stelle, cioè per dare concretezza e continuità a quella luce. L’amore viene vissuto come un fenomeno reciproco, che nasce dall’incontro tra due vulnerabilità e si traduce in una nuova geografia interiore, in cui buio e solitudine vengono attraversati, rischiarati, e trasformati in un cammino condiviso e fecondo.

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