Il lavoro è umano solo se resta intelligente e libero.— Papa Paolo VI
Il lavoro è umano solo se resta intelligente e libero.
Noi non neghiamo alla critica i suoi diritti, né rimproveriamo al genio dei giovani il suo istinto di emancipazione e di novità. Ma riteniamo non degno di giovani il decadentismo iconoclasta e privo di amore dei contestatori di mestiere.
L'avarizia delle persone, delle famiglie e delle nazioni può contagiare i meno abbienti come i più ricchi, e suscitare negli uni e negli altri un materialismo che soffoca lo spirito.
La sollecitudine di accostare i fratelli non deve tradursi in una attenuazione, in una diminuzione della verità. Il nostro dialogo non può essere una debolezza rispetto all'impegno verso la nostra fede.
Il rosario è preghiera eccellente; nei confronti della quale, però, il fedele deve sentirsi serenamente libero, sollecitato a recitarlo, in composta tranquillità, dalla sua intrinseca bellezza.
La gioia cristiana suppone un uomo capace di gioie naturali.
Quando non si lavora, gli arnesi se ne scappano!
L'uomo sano e saggio non si allontana mai dalla ragione e non si concede nessuno svago se non quello del proprio lavoro.
Alla mia età ho fatto il callo alla solitudine. Una solitudine, però, molto relativa, perché il lavoro riesce a riempire completamente la mia esistenza.
Con l'abitudine, il lavoro appare più leggero.
Lo scopo del lavoro è quello di guadagnarsi il tempo libero.
Per attrarre, il lavoro dev'essere già fatto a metà e bene.
Il lavoro migliore non è quello che ti costerà di più, ma quello che ti riuscirà meglio.
Tutta la grandezza del lavoro è dentro l'uomo.
L'abitudine al lavoro modera ogni eccesso, induce il bisogno, il gusto dell'ordine; dall'ordine materiale si risale al morale: quindi può considerarsi il lavoro come uno dei migliori ausiliari dell'educazione.