Non fa ricco l'uomo il molto possedere ma il poco desiderare.
Molto meglio è avere uno vero nimico che uno ficto amico.
Non vive colui che non desidera altro che di vivere.
La vera amicizia è non domandare cose innoneste: e così a chi le domanda non farle.
L'uomo savio quando è vilipeso non si adira e quando è lodato non si lieva in superbia.
L'uomo savio si guarda di non cadere in aversità, e quando v'è caduto le porta con pazienzia.
Forse, ai felici e ai ricchi non è lecito sperare di entrare nel Regno dei Cieli; forse, solo quando sono caduti nel terrore e nella disperazione, gli uomini sono in grado di apprezzare il Regno promesso da Dio.
Il fesso si interessa al problema della produzione della ricchezza. Il furbo soprattutto a quello della distribuzione.
Di chi è meglio che sia piena la città: di ricchi, che coi loro mezzi aiutano sé e gli altri, o di poveri, che né a sé né agli altri sono di aiuto?
Le ricchezze sono al servizio del saggio, allo sciocco comandano.
La ricchezza assomiglia all'acqua di mare: quanto più se ne beve, tanto più si ha sete.
È una disgrazia per un bambino o per un adolescente sapere di essere ricco e poter soddisfare ogni desiderio dipendente dal denaro. In questi casi diventa impossibile misurare le proprie forze e le proprie capacità. Tutto si riduce al chiedere, immediatamente seguito dall'avere.
La ricchezza non è solo la ricchezza in denaro, la ricchezza è come stai, come sei, come ti trovi con gli altri, per cui la ricchezza non è solo un fatto materiale. È come uno vive.
La ricchezza più grande che possediamo quando al mattino apriamo gli occhi è il giorno che abbiamo davanti. In quel breve spazio di tempo fatto di ore e di minuti, il gesto più bello che possiamo compiere è rivolgere un pensiero riconoscente a chi ci vuole bene e ci aiuta a vivere sereni.
Si è ricchi soprattutto dell'oro che si è dato.
La ricchezza non è altro che un olio che permette alle ruote del mondo di girare.