Solo i morti hanno visto la fine della guerra.— Platone
Solo i morti hanno visto la fine della guerra.
Non esiste uomo tanto codardo che l'amore non renda coraggioso e trasformi in un eroe.
Il filosofo è difficile a scorgersi proprio per la luce della regione che abita: egli procede, infatti, attraverso ragionamento sempre guidato dall'idea dell'essere. È naturale che gli occhi della moltitudine, rivolti a questa divina regione, non riescano a reggere.
La democrazia trapassa in nepotismo.
Gli uomini si associano tra loro per le varie necessità di cui hanno bisogno; e quando hanno raccolto in un'unica sede molte persone per ricevere aiuto dalla comunanza reciproca, nasce quella coabitazione cui diamo il nome di città.
Un ragazzo è, di tutte le bestie selvagge, la più difficile da trattare.
La guerra è madre di tutte le cose e di tutte regina; e gli uni rende dèi, gli altri uomini, gli uni fa schiavi, gli altri liberi.
La guerra esisterà ancora a lungo, probabilmente per sempre. Tuttavia il superamento della guerra, oggi come ieri, continuerà a essere la più nobile delle nostre mete.
Questo mondo quasi senza più guerre ma con una pace feroce, più tremenda di tutte le guerre del passato.
In guerra le considerazioni morali contano per i tre quarti, il rapporto delle forze reali solo per l'altro quarto.
Si sta in una guerra anche per vergogna di rimanerne fuori.
Nessuno può garantire il successo in guerra, può solo meritarlo.
Le armi non si devono mai impugnare per vani disegni di grandezza né per l'avidità di conquiste.
Le guerre non si pagano in tempo di guerra, il conto viene dopo.
Nelle assemblee va bene la lingua, ma in guerra valgono di più le mani.
Fra le armi tacciono le leggi.