La gloria insegue preferibilmente quelli che la sfuggono.— Lucio Anneo Seneca
La gloria insegue preferibilmente quelli che la sfuggono.
Bisogna mirare alla libertà. E c'è un solo modo per ottenerla: l'indifferenza verso la sorte.
Vediamo la morte davanti a noi e invece gran parte di essa è già alle nostre spalle: appartiene alla morte la vita passata.
Avere animo eguale è medicina al male.
Come tutti i vizi mettono radici profonde, se non sono estirpati sul nascere, così i sentimenti di tristezza e di infelicità, che dilaniano se stessi, finiscono per nutrirsi del loro amaro, e il dolore si fa una perversa voluttà di soffrire.
Tollera ciò che accade come se avessi voluto che accadesse.
Osa cose straordinarie, trionfa in gloria, anche se screziato dall'insuccesso, piuttosto che schierarti tra i poveri di spirito che non provano grandi gioie né grandi dolori, perché vivono nell'indistinto crepuscolo che non conosce vittorie e sconfitte.
La gloria presso il popolo, ecco ciò a cui bisogna aspirare. Niente varrà mai quanto lo sguardo sperduto della salumiera che ci ha visto in televisione.
I Giochi Olimpici sono stati creati per l'esaltazione e la glorificazione del singolo atleta.
Seppi che era amore, e capii che era gloria.
Tra la gloria e la celebrità passa la stessa differenza che tra una dea e una pettegola.
Il desiderio di gloria è l'ultima aspirazione di cui riescono a liberarsi anche gli uomini più saggi.
In occidente non esiste la cultura del perdente, solo l'esaltazione del vincitore. Ma è nella sconfitta che si manifesta la gloria dell'uomo.
Han diritto agli allori del trionfo coloro che, conoscendo meglio di tutti i benefici della pace, non si sono sottratti alle sofferenze della guerra.
La gloria disdegnata ritorna talvolta, a tempo debito, accresciuta.
Poiché l'uomo è ragionevole deve bere; stato divino dell'esistenza è l'ebbrezza, nella gloria, nell'uva, nell'amore e nell'oro affonda la speranza di uomini e nazioni.