Gran parte del progresso sta nella volontà di progredire.
L'amore è un'amicizia impazzita.
La durata della mia vita non dipende da me. Vivere pienamente non dipende che da me.
La grande varietà di vivande ha prodotto molte malattie.
Ogni evento che si è aspettato a lungo, giunge più sopportabile.
Niente dura sempre, poche cose a lungo; varia solo il loro modo di essere fragili, il loro modo di finire, ma tutto ciò che ha avuto un inizio avrà anche una fine.
Il progresso è la realizzazione dell'utopia.
C'è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti.
E che? L'umanità istupidisce per favorire il progresso meccanico e noi non dovremmo almeno trarne vantaggio? Dovremmo dialogare con la stupidità, quando è possibile sfuggirle con un'automobile?
Il progresso non è altro che brancolare da un errore all'altro.
L'essenza del progresso è la decadenza. Progredire è morire perché vivere è morire.
Il progresso umano ha liberato il pensiero, ma allo stesso tempo ha incrementato l'angoscia di questo pensiero che si ritrova solo con se stesso, solo e libero. Da qui il malessere, mal di vivere che un tempo solo le menti eccezionali conoscevano, e che oggi coinvolge intere folle.
Invece di grandi aspettative di sogni d'oro, il "progresso" evoca un'insonnia piena di incubi di "essere lasciati indietro", di perdere il treno, o di cadere dal finestrino di un veicolo che accelera in fretta.
Il progresso sarebbe meraviglioso, se solo volesse fermarsi.
Niente può avere come destinazione qualcosa di diverso dalla sua origine. L'idea opposta, l'idea del progresso, è veleno.
Ogni progresso è basato sull'universale desiderio, innato in ogni organismo, di vivere meglio di quanto consentano le sue entrate.