Non credere che si possa diventare felici procurando l'infelicità altrui.
Lo stolto, tra gli altri mali, ha anche questo: incomincia sempre a vivere.
In verità non è povertà, se è lieta; povero è non chi possiede poco, ma chi desidera di più.
La morte è così poco temibile che proprio per merito suo non dobbiamo temere nulla.
Qualche volta anche il far qualche pazzia non dispiace.
Gli uomini credono di più ai loro occhi che alle loro orecchie.
Nessuno è felice, come chi sa di esser amato.
Credo che quando morirò il mio corpo si decomporrà, e nulla del mio io sopravviverà. La felicità non è meno vera solo perché finisce, e nemmeno il pensiero e l'amore perdono valore perché non sono eterni.
La felicità è facile, ma imparare a non essere infelici può essere arduo.
La felicità è una realtà sfuggente, simile per certi versi a un'anguilla: ogni volta che pensi di averla catturata, ti sfugge.
La felicità è una merce favolosa: più se ne dà e più se ne ha.
Il culmine di una vita felice è una sicura tranquillità e una inalterata fiducia in essa.
Nulla giova alla felicità come sostituire il lavoro alle preoccupazioni.
Puoi avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte, dolore abbastanza da renderti umano, speranza sufficiente a renderti felice.
Via via che scompaiono coloro che abbiamo amato diminuiscono le ragioni di conquistare una felicità che non possiamo più gustare insieme.
Tutti vogliono vivere in cima alla montagna ma tutta la felicità e la crescita avvengono mentre la scali.