Che la sofferenza sia più grande della colpa è la terribile, la distruttiva verità della croce.— Sergio Quinzio
Che la sofferenza sia più grande della colpa è la terribile, la distruttiva verità della croce.
Ci si può rassegnare alla disperazione, ma anche ci si può disperare della rassegnazione.
Come le molte e complicate leggi in politica, così i molti e complicati libri sono segni indiscutibili di decadenza.
Le cose lontane che non si possono neppure sognare si dimenticano.
La mancanza di volontà di vivere, che oggi dilaga endemica, è l'unica malattia certamente mortale, alla quale non ci sarà rimedio in eterno.
L'odio sembra capace più dell'amore di serbare memoria.
La gente di solito si rifugia nel futuro per sfuggire alle proprie sofferenze. Traccia una linea immaginaria sulla traiettoria del tempo, al di là della quale le sue sofferenze di oggi cessano di esistere.
Noi non abbiamo forse valore se non per le nostre sofferenze. C'è tanta gente la cui gioia è così immonda, il cui ideale è così meschino, che noi dobbiamo benedire la nostra disgrazia se ci fa più degni.
Nella vita ci sarà sempre un bastardo che ti farà soffrire, ma sarà l'unica persona che riuscirai ad amare veramente.
Ormai sono abituato a soffrire, e forse ne ho la necessità.
Sappiate soffrire: sapendo soffrire, si soffre meno.
Quelli che soffrono d'indigestione stanno male quanto quelli che muoiono di fame.
Uno non ama meno un luogo solo per averci sofferto, a meno che non sia stata tutta sofferenza, nient'altro che sofferenza.
Tanti sono morti disperati. E questi hanno sofferto più di Cristo. Ma la grande, la tremenda verità è questa: soffrire non serve a niente.
Il soffrire è umano non è elegante.