Un vero eroe non lascia che la tristezza e la solitudine prendano il sopravvento.
A volte anche i supereroi hanno bisogno di una vacanza.
Che cosa rende eroici? Muovere incontro al proprio supremo dolore e insieme alla propria suprema speranza.
Tutti son buoni a far gli eroi con la pelle degli altri.
Volevo che il mondo sapesse che il mio paese, l'Etiopia, ha sempre vinto con determinazione ed eroismo.
Ci si dimentica sempre che un eroe è un uomo, soltanto un uomo, e che resistere a una tirannia, subire sevizie, languire per anni in una cella senz'aria né luce è a volte più facile che battersi nell'equivoco e nelle lusinghe della normalità.
Uno non può fare l'eroe tutta la vita. Anzi, il più delle volte non può farlo per più di 10 minuti. Certo, in quei dieci minuti si vedono le cose diversamente.
L'uomo ordinario è coraggioso e invulnerabile, come un eroe, quando non vede il pericolo, quando non ha occhi per esso. Viceversa: l'eroe ha l'unico punto vulnerabile nel dorso, cioè dove non ha occhi.
Il vero eroismo non riceve ovazioni, non intrattiene nessuno. Nessuno fa la fila per vederlo. Nessuno se ne interessa.
I veri eroi non sono mai perfetti come le leggende che li circondano.
Il lavoratore che assolve il dovere sociale senz'altra speranza che un pezzo di pane e la salute della propria famiglia, ripete ogni giorno un atto di eroismo.
Gli eroi dei miti antichi erano seminudi, quelli dei miti odierni lo sono del tutto.